Classificazione Linea vita UNI EN 795
Le coperture rappresentano oggi quei luoghi in cui si verificano più del 50% delle morti bianche in edilizia. Frequentemente sono soggette ad interventi di manutenzione, utilizzate come siti temporanei di lavoro oppure utilizzate come zone di passaggio, nella maggior parte dei casi gli infortuni sono causati dalla mancanza dell’utilizzo di sistemi di sicurezza che limitano la “caduta dall’alto”. Proprio “la caduta dall’alto” è il primo rischio da valutare. E’ da considerare il più importante poiché quando avviene si ha un’alta incidenza di incidenti gravi.
Tra i pericoli principali:
– Cadute (inciampare, scivolare, perdere l’equilibrio);
– Sfondamenti di coperture dei tetti;
– Cadute dall’alto oltre il bordo del tetto.
Molto spesso questo problema in fase di progettazione viene trascurato dando indicazioni insufficienti credendo che il solo utilizzo di DPI possa essere una soluzione soddisfacente.
Tra le soluzioni utilizzabili per ridurre il rischio di caduta dall’alto:
1.- Installazione di parapetti (D.Lgs 81/08 art. 126 e allegato IV): rappresento una soluzione molto efficace sia per ridurre al massimo la caduta dall’alto dell’operatore sia per ridurre il rischio di caduta di utensili, dopo opportune verifiche (le caratteristiche minime prestazionali dei parapetti sono riportati nelle Norme tecniche per le costruzioni. D.M. 14/01/2008) possono essere usati anche come elementi di ancoraggio. Ci sono comunque degli aspetti negativi che influiscono sulla loro scelta ovvero l’impatto visivo (superabile con l’installazione di un parapetto mobile che si abbassa ad intervento concluso).
2.- Installazione punti di ancoraggio UNI EN 795: per piccole coperture è possibile prevedere l’installazione di punti di ancoraggio conformi alla UNI EN 795 che permette all’operatore il fissaggio del dispositivo di protezione individuale anticaduta. Questa soluzione permette all’operatore di muoversi intorno al punto di ancoraggio progettato per resistere a forze applicate orizzontali, verticali ed inclinate. I punti di ancoraggio si dividono in classi:
– Classe A: la classe A si suddivide in classe A1 e A2. La classe A1 sono progettati per essere fissati a superfici verticali, orizzontali ed inclinate. La Classe A2 sono progettati per essere fissati su coperture inclinate è utilizzati in direzione della pendenza della falda.
– Classe B: sono i punti di ancoraggio provvisori, vengono applicati sulle strutture esistenti attraverso morsetti o guide scorrevoli. Resiste a forze dinamiche di debole intensità, può fermare la caduta di una persona lungo una copertura di pendenza massima 30°, ad es. treppiedi con punto di ancoraggio, gli ancoraggi mobili per travi in acciaio, fettuccia etc…
– Classe E: quando non si ha la possibilità di trovare punti adatti per installare punti di ancoraggio delle altre classi è possibile utilizzare questa classe, ovvero utilizzare dei corpi morti come punti di ancoraggio. Scegliendo questo sistema si evita bucature nella copertura ma risulta costoso ed aumenta il carico sulla struttura della copertura.
3.- Installazione Linea Vita UNI EN 795:
Classe C: è adatta per tutte le coperture soprattutto per quelle che hanno una maggiore estensione lineare, inoltre comprende dispositivi di ancoraggio che utilizzano linee di ancoraggio flessibili orizzontali (che devia dall’orizzonte per non più di 15°). E’ composta da materiali di vario tipo e comprende:
– Elementi posti all’estremità del sistema: (paletti, piastre ecc..) sono elementi posti nel punto iniziale e terminale della linea vita. Quando il sistema copre distanze ampie sono previsti anche degli elementi Intermedi.
– Tenditori: posti alle estremità del sistema permettono di regolare la tensione del sistema.
– Linea di Ancoraggio: fune metallica.
La Classe C è adatta per essere utilizzata da tutti gli operatori che si muovono sulle coperture in presenza di impianti fotovoltaici, antenne, camini ecc.
Classe D: dispositivi di ancoraggio che utilizzano linee di ancoraggio rigide orizzontali. Possono essere di alluminio o in acciaio, e comprendono anche un carrello sul quale l’operatore risulta agganciato avendo un’ampia libertà di movimento.
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